La cultura del feedback aziendale continuo ha cominciato a diffondersi, almeno in Italia, in tempi relativamente recenti.
Può venire da chiedersi, soprattutto per quanto riguarda le PMI, se una costante analisi delle performance dei collaboratori sia davvero necessaria, e non sia possibile piuttosto limitarsi alla tradizionale analisi annua delle performance dei dipendenti.
Una risposta ci viene da un’ interessante articolo della Wharton School of the University of Pennsylvania, che riporta gli svantaggi oggettivi e soggettivi di questa obsoleta modalità di monitoraggio: avere una sola occasione per discutere del proprio rendimento viene vissuta come un vero e proprio voto di fine anno, che il dipendente avrà la possibilità di “recuperare” solo a distanza di dodici mesi.
Senza contare poi gli inevitabili bias di valutazione per un responsabile che deve analizzare l’operato su lungo periodo di decine di persone, con cui magari non ha neanche lavorato direttamente.
Gli sviluppi degli ultimi anni danno ragione di queste considerazioni, mostrando l’eliminazione dei feedback annuali da parte di molte grandi realtà.
Ma come rimpiazzarle? È l’occasione per introdurre strumenti semplici e immediati, in grado di garantire una distribuzione equilibrata e continua di feedback durante l’intero anno, ma in maniera altamente personalizzabile.
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